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La mia Laurea Specialistica

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La mia laurea specialistica
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Oldies

Chilavert, myself
Evoluzione Chilavertiana
Chi è Chilavert?

Primo Ottobre 2001 – Ventuno Aprile 2008. Come passa, il tempo! Duemilatrecentonovantacinque giorni, un numero che, scritto così in cifre, fa quasi paura. Ma noi informatici, si sa, dei numeri non dobbiamo avere alcun timore, allora sì, farò il forte come sempre, dicendo che, alla fine, ogni singolo giorno è stato un passo fondamentale nella mia vita, e non mi riferisco solo a quella universitaria.

Tanti avvenimenti duri, tanti problemi hanno in qualche maniera minato questo mio percorso. Non è facile arrivare a completare un percorso… ricordo ancora i voti “così così” nei primi esami, il baratro del secondo anno di università, che mi aveva quasi portato ad abbandonare, il tempo perso per questo, e poi la crisi post-laurea triennale, perché si sa, quando raggiungi il primo obiettivo, la voglia di continuare a studiare un po’ ti passa.
Ma fra tutti i problemi, è meglio ricordare tutto ciò che invece mi ha dato la forza di andare avanti...

11/11/2003: è questa, senza dubbio, la data più importante della mia vita. C’è forse qualcosa più importante dell’amore? Non è forse l’amore quella forza che ti trascina, che ti fa superare tutti gli ostacoli? Quando sai di poter contare su una persona in qualsiasi momento, quando sai che lei è lì, ed anche se non è fisicamente vicina a te, basta prendere il telefono e parlare, perché tutto torni a posto?
 

Les enfants qui s'aiment s'embrassent debout
Contre les portes de la nuit
Et les passants qui passent les désignent du doigt
Mais les enfants qui s'aiment
Ne sont là pour personne
Et c'est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage, leur mépris, leurs rires et leur envie
Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia, il loro disprezzo, le risa e la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore

Jacques Prévert
 

Prévert è più bravo di me, io non sono bravo con le parole, lo sai Simona. Ma i ragazzi che si amano, non ci sono per nessuno… e io ti amo.

Adesso è difficile continuare coi ringraziamenti, ma ci provo. Iniziando con ciò che forse maggiormente mi ha aiutato negli studi, ma non solo. Quattromilaottocento utenti dal febbraio 2003, circa quattrocento visite giornaliere, è questo il biglietto da visita di www.laureateci.it

Nato un po’ per gioco – mentre facevamo finta di studiare – si è fatto sempre più strada nell’ambiente universitario. E mi riempie di orgoglio dire che, nel gruppo di persone che hanno avuto questa idea, ci fossi anche io. Chilavert, è questo il mio nickname, ma è anche così che mi conoscono molte delle persone iscritte al nostro Corso di Laurea. In effetti non so nemmeno se questo è un bene o un male, ma un po’ di notorietà, secondo me, non ha mai fatto male a nessuno. E allora grazie, Laureateci, per aver creato quella piazza virtuale che ci ha fatto parlare, sorridere, ma anche arrabbiarci e litigare. Ma in fondo, che vita sarebbe se non ci fosse neanche una lite?

Un ringraziamento veramente speciale, un abbraccio grandissimo, alle due persone con cui ho condiviso questi due anni di Specialistica. Un grazie, dunque, a Cataldo e a Lucio, due persone così diverse fra loro ma accomunate da una grande qualità, che è ormai molto difficile da trovare. Sono due bravi ragazzi. Sembra poco? Per me non lo è. Grazie per tutto ciò che abbiamo fatto insieme. Ho tantissimi ricordi che mi vengono in mente in questo momento… come tutte le volte che ci siamo ammazzati di risate, in chat, la sera, parlando di cose così stupide che la mente umana probabilmente non riuscirebbe nemmeno a concepirle. O quando abbiamo partecipato alla conferenza, a fine Dicembre… un’esperienza veramente indimenticabile.

Come non ringraziare la mia famiglia, che mi ha supportato in tutti questi anni di studio, non soltanto economicamente – sebbene anche questa sia una componente fondamentale per andare avanti – ma anche supportandomi in alcuni momenti in cui le cose non andavano bene. Grazie a mio padre Giuseppe, a mia madre Lucia, a mia sorella Cinzia, a mio fratello Paolo ed a sua moglie Tania. E in ultimo, alla mia nipotina, Ester. Nei ringraziamenti della tesi di laurea triennale mi sono divertito a ricordare l’aneddoto del computer spento. Ester, infatti, ai tempi della laurea aveva soltanto due anni. Prendeva la rincorsa, e correndo spingeva il tasto dell’alimentazione del computer… e io perdevo un po’ di codice che con tanta fatica avevo scritto. I tempi sono cambiati, Ester è cresciuta, ma anche io ho prevenuto ogni problema. Ho deciso di studiare solo quando non era in casa!

Un grazie ai miei amici che mi hanno allietato in tutto questo tempo. Grazie ai miei compagni di università, a quelli che invece con l’università non c’entrano niente, a quelli che calcano i campi di calcetto con me… e a quelli che fanno parte dell’intersezione fra i vari insiemi, un doppio grazie!

E in ultimo, come non ringraziare i miei relatori… come non ringraziare chi ha dato fiducia al sottoscritto? E allora grazie al prof. Semeraro, a Pasquale Lops ed a Marco de Gemmis, persone veramente squisite e che con me hanno avuto la massima disponibilità e gentilezza. Spero con tutto il mio cuore di aver dato a loro una buona impressione, e che abbiano apprezzato il mio impegno…
…e infine, grazie a me. Anche stavolta, ce l’ho fatta!

Massimo